martedì 29 novembre 2011

Sanremo sì, Sanremo no

Ancora una volta il Festival di Sanremo è in forse. È ormai qualche anno che la kermesse musicale rischia di saltare, perché la convenzione con la città dei fiori arriva quasi in extremis, e anche per l'edizione 2012 si è riproposto il problema: Gianni Morandi e Gianmarco Mazzi stanno lavorando - nonostante i contratti non siano ancora stati firmati, apprendiamo dalla voce del direttore dell'area intrattenimento della Rai, Giancarlo Leone - ma non c'è ancora niente di sicuro. E allora la domanda nasce spontanea, come direbbe Lubrano: ha ancora senso il Festival di Sanremo? Considerando che la maggior parte dei big della musica - con poche eccezioni, come Vecchioni lo scorso anno - non ci pensa proprio a salire sul palco dell'Ariston e che in gara ritroviamo quindi sempre i soliti nomi, quei cantanti che sembrano venir scongelati per l'occasione (salvo poi essere rimessi nel freezer per altri dodici mesi), quello che un tempo era il prestigioso "Festival della canzone italiana", un appuntamento atteso tutto l'anno, sembra ormai essersi ridotto a cassa di risonanza per i giovani lanciati dai talent show della tv, i più votati dai telespettatori - anche perché il loro pubblico abituale ha dimestichezza con il televoto - e quindi destinati a piazzarsi sempre ai primissimi posti, come insegnano le vittorie di Marco Carta nel 2009 e Valerio Scanu nel 2010 e il secondo piazzamento di Emma nel 2011. Non a caso, anche per la prossima edizione si fanno i nomi di Marco Mengoni, Noemi e Annalisa Scarrone, ma anche Loredana Errore, Virginio Simonelli, Carta e Scanu. Non sarebbe allora meglio voltare pagina e fare qualcosa di diverso, più adatto ai giovani che seguono questo tipo di cantanti, tipo il vecchio caro Festivalbar?

3 commenti:

  1. che dire? Da "fan" del festival, e ne ricordo alcuni di grande livello tra la metà degli anni 80 e gli anni 90, devo ammettere che la qualità negli ultimi anni è scesa moltissimo..e non parlo di conduzione, scenografie e vallette, che a mio parere sono secondari, ma parlo della qualità della musica e in particolare dei testi. Il problema vero della musica italiana è che mancano gli Autori, manca chi scrive pezzi che poi resteranno nella storia della canzone italiana. Se deve essere "sole, cuore, amore", che almeno sia scritto con stile! :=)
    Cristiana M.

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  2. Chi si ricorda le canzoni vincitrici degli ultimi N anni? A parte casi rari, sono nel dimenticatoio.
    Sanremo continua ad esistere solo per un motivo: economico. Il Comune di Sanremo paga profumatamente la Rai per mettere su il baraccone. Certo, la Rai deve spendere. Ma tra ritorni pubblicitari, contributo del Comune e ricavi dal televoto (non se ne parla mai, ma sono fior di centinaia di migliaia di euro) tutto sommato ci guadagna. E siccome la Rai (come tutto ciò che è pubblico) in questo triste periodo non ha una lira, anzi un euro (di qualche giorno fa la decisione del CdA Rai di tagliare il bilancio di oltre 85 milioni di euro), ecco che qualsiasi cosa faccia incassare va bene.

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  3. Cristiana, hai ragione a giudicare secondari la conduzione, la scenografia e via dicendo, purtroppo invece quelle sono le cose che oggi, diversamente da un tempo, vengono considerate di più, perché l'Auditel ha trasformato quello che era il festival della canzone italiana in un ibrido tra il varietà e la kermesse musicale, per cercare di attrarre il maggior numero di spettatori, e le sette note sono passate in secondo piano. Dell'ultimo festival, ad esempio, si ricordano di più le canzoni in gara oppure gli sketch di Luca e Paolo o le esibizioni di Belen o l'intervista della Canalis a De Niro?

    Alessandro, l'accordo con il comune di Sanremo in realtà funziona al contrario, è cioè la Rai a versare fior di milioni per poter usare i marchi "Sanremo" e "Festival della canzone italiana": la convenzione scaduta nel 2011 prevedeva la bellezza di 9 milioni l'anno per tre anni (in cambio, l'amministrazione comunale si impegnava a sostenere le spese di affitto dell'Ariston e l'ospitalità degli artisti e del personale tecnico Rai per un importo totale che non poteva comunque superare il 25% di quella cifra), mentre ora si sta discutendo per scendere a 6 milioni di euro - la Rai ne aveva offerti 3 - con più spese a carico di viale Mazzini. Ad ogni modo, hai perfettamente ragione quando dici che Sanremo continua ad esistere per un fattore puramente economico: la Rai ha interesse a mandarlo in onda perché gli introiti pubblicitari sono altissimi (un po' come quelli di Fiorello, di cui abbiamo parlato in un altro post) e anche le case discografiche dubito che rinuncerebbero volentieri ad una vetrina del genere per i loro artisti...

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