Torno a scrivere sul mio blog dopo 7 mesi - tanti quanti ne ha la mia adorata bimba - perché oggi sono stata alla presentazione di un programma sul quale vale la pena di spendere qualche parola. Si tratta di Masterpiece, in onda dal 17 novembre la domenica in seconda serata su Rai3: un talent show con protagonisti
scrittori in erba, con il sogno di vedere pubblicato il "capolavoro" che
hanno nel cassetto da chissà quanto tempo. Scrittori come me,
insomma.
Devo dire che quando mi hanno parlato la prima volta di questa nuova trasmissione – era l'inizio di agosto e una mia amica insisteva perché inviassi un mio romanzo, cosa
che invece non ho fatto – ero piuttosto scettica: cosa può
avere in comune il mondo della letteratura con il mondo della
televisione? Tanto più che conosco bene i meccanismi dei
talent, occupandomi da tanti anni di televisione, e quindi so che il
più delle volte, in questo tipo di programmi, ad emergere non è il concorrente più
talentuoso tra quelli in gara ma quello capace di farsi notare grazie ad una spiccata personalità.
Ebbene, forse ho commesso un errore di
valutazione. Certo, se anche avessi dato ascolto alla mia amica avrei avuto probabilmente scarse possibilità di essere scelta, visto che sono stati inviati circa 5000 dattiloscritti,
ma sarebbe stata comunque un'opportunità. Perché Masterpiece, format originale realizzato da Freemantle a partire da un'idea del direttore di Rai3 Andrea Vianello ed elogiato perfino dal New York Times, si propone di «cercare
soprattutto un nuovo scrittore, che sappia andare avanti», come
ha spiegato in conferenza stampa Andrea De Carlo, autore di "Due
di due" e di altri 16
romanzi, in giuria insieme a Massimo De Cataldo (noto al grande
pubblico soprattutto per "Romanzo
criminale", che ha
ispirato l'omonimo film e la serie tv realizzata da Sky) e Taiye
Selesi (in libreria con il suo romanzo d'esordio "La bellezza delle
cose fragili"). Basti pensare che il vincitore, colui che non solo
avrà dimostrato di aver scritto il romanzo migliore tra quelli
in gara, ma che avrà anche superato brillantemente le prove di
scrittura creativa previste durante la trasmissione, vedrà la
propria opera pubblicata nientemeno che da Bompiani, in 100.000 copie
distribuite in libreria e in edicola con il Corriere della Sera: il
premio più ambito da ogni scrittore, direi. «Questo è
un programma innovativo e la Bompiani guarda con molta curiosità
a ciò che è nuovo, innovativo e una scommessa»,
ha detto Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale della casa editrice, «spero che chi concorre non equivochi, pensando che
c'è l'Auditel: alcuni verranno fuori per la loro brillantezza,
ma l'importante è che non venga perso il lavoro che fanno sul
loro romanzo. La giuria è autorevolissima e il valore è
ciò che verrà pubblicato».
Un'occasione persa,
insomma. Chissà, se nel frattempo non dovesse succedere niente, magari mi candiderò per la prossima
edizione...