venerdì 16 marzo 2012

Isola dei famosi: Aida batte Carmen. Vincerà lei?

A forza di parlarne a Italia sul Due, dove negli ultimi due mesi ho avuto il piacere di andare come opinionista un paio di volte a settimana, mi rendo conto di non aver più trattato il tema Isola dei famosi in questo blog. Ma oggi è il caso di tornare sull'argomento. Nella puntata di ieri sera è infatti successa una cosa che secondo me è parecchio significativa: Carmen Russo è stata eliminata definitivamente dal gioco, sconfitta al televoto da Aida Yéspica (Carmen vs Aida: una sfida molto... lirica). Ora, chi mi ha seguita in tv sa che ho sempre tifato per Carmen: la consideravo - e la considero ancora - la più "tosta", la più equilibrata, l'unica in grado di resistere anche da sola in condizioni disagiate. Ero convinta che su Cayo Solitario sarebbe arrivata tranquillamente in finale e poi alla vittoria, come Sergio Múñiz e Manuela Villa prima di lei. E invece i telespettatori le hanno preferito la Yéspica. Perché? Perché Aida, zitta zitta, ha conquistato un'ampia fetta di pubblico. L'ho già detto altrove e qui lo ripeto: la venezuelana versione 2012, molto diversa da quella che si azzuffò con la Elia e flirtò con Facchinetti nel 2004, mi ricorda Giorgia Palmas, che lo scorso anno fece un'Isola fin troppo tranquilla, senza scossoni, senza liti, senza dar modo ai compagni di parlare male di sé, e alla fine andò a vincere. Ecco, mentre tutti scommettono sulla vittoria di Guendalina, secondo me l'esito inaspettato del televoto di ieri sta a significare che questa edizione del reality potrebbe vincerla lei, Aida. In un sondaggio pubblicato da Yahoo, qualche settimana fa, la romana e la venezuelana erano d'altronde risultate rispettivamente la più amata tra gli Eletti e la più amata tra gli Eroi. Chi avrà la meglio, tra le due? E sarà davvero una di loro, ad aggiudicarsi il montepremi finale (che, giova ricordarlo, andrà per metà in beneficenza), o finirà per vincere Manuel Casella, l'eterno leader? O magari la bistrattata Antonella Elia o l'incolore Jivago? Ancora qualche puntata e lo scopriremo.

martedì 13 marzo 2012

Panariello comincia ad esistere (ma il pubblico cambia canale)

L'Auditel è qualcosa che sfugge all'umana comprensione: capita infatti non di rado che bei programmi vengano seguiti solo da un pubblico limitato e trasmissioni brutte riescano a fare invece il pieno d'ascolti. La scorsa settimana, ad esempio, mi sono sorpresa non poco vedendo che sulla rete ammiraglia Mediaset Panariello non esiste, massacrato in diretta su tutti i social network, era stato seguito da oltre sei milioni e mezzo di spettatori, pari al 27,3% della platea televisiva, stravincendo sulla fiction di Cinzia Th Torrini La certosa di Parma (5.600.000 spettatori e il 20,27% di share su Raiuno). "Se nella seconda puntata la qualità sarà ancora questa, gli ascolti non potranno che crollare" mi sono detta, convinta che quel risultato incoraggiante fosse dovuto più alla curiosità che ad altro. E puntualmente il calo c'è stato: ieri sera lo show di Canale 5 ha fatto registrare 5.389.000 spettatori, oltre un milione in meno rispetto al debutto, e il 21,8% di share (-5,5 punti percentuali), abbandonato da un'ampia fetta di pubblico che gli ha preferito la serie di Raiuno Provaci ancora prof (6.165.000 spettatori, 21,6% di share).
La cosa paradossale è che la puntata di ieri è stata decisamente migliore della prima: non sono mancate vecchie caricature e battute già sentite, sia chiaro, ma stavolta i monologhi sono apparsi meno banali, anche grazie all'abbandono della satira politica, qualche spunto divertente c'è stato e alcuni segmenti del programma sono riusciti a strappare qualche sorriso, come ad esempio le due gag con Enrico Brignano (nonostante il confronto con il comico romano abbia messo ancora più in evidenza, a mio parere, i limiti del toscano) e la parodia di Renato Zero (non so voi, ma io a volte fatico a riconoscere l'originale dalla copia). E allora perché gli ascolti sono calati? Misteri dell'Auditel...

martedì 6 marzo 2012

Panariello non esiste (fuorché per l'Auditel)

Panariello non esiste. Mai titolo fu più azzeccato di quello che il comico toscano ha voluto dare al suo "nuovo" show - le virgolette sono d'obbligo - che l'ha visto tornare mattatore a otto anni di distanza dal suo ultimo programma tv da protagonista, Ma il cielo è sempre più blu, e a sei dal suo Festival di Sanremo, stavolta non sulla Rai ma su Canale 5: due ore e mezza di sketch vecchi come il cucco (pensiamo al maestro di ballo brasiliano che finisce ogni parola con "agi", da "saudagi"), parodie discutibili (soprattutto Italia's Got Killer, con Salvo Sottile nei panni del giudice che boccia gli aspiranti criminali non abbastanza motivati) e battute di dubbio gusto («non c’è niente da fare, quella roba lì continua a tirare più di un carro di buoi», «per una moldava si picchian le navi contro gli scogli»). Senza contare la satira politica - Panariello che fa satira politica??! questa sì che è una novità! - con battute su Berlusconi (ancora?!?), su Sarkozy e la Merkel, sulle lacrime della Fornero... roba che era d'attualità quando ci ha scherzato su Fiorello, a novembre, ma che ora risulta almeno superata.
Personalmente, salvo solo l'esibizione di Tiziano Ferro e lo sketch dell'Homo Vogue, per il resto ho trovato lo show lento, noioso, vecchio. Mi ha fatto sorridere - mai ridere - solo in un paio di momenti. Eppure il pubblico sembra aver gradito: la prima puntata è stata seguita da 6.581.000 persone, pari al 27,29% della platea televisiva, che non saranno i 13 milioni e passa di spettatori di Fiorello - inarrivabile - ma è bastato a battere la fiction di Raiuno La Certosa di Parma, che pure da parte sua si è portata a casa 5.660.000 spettatori e il 20,27% di share.
Se Panariello oggi può tirare un sospiro di sollievo, insomma, lo deve alla gente che ieri sera è rimasta sintonizzata su Canale 5 nonostante il livello piuttosto scarso del programma. Ma il pubblico televisivo è volubile, si sa: per mantenere certi ascolti, è bene che lunedì prossimo faccia di meglio. Se vuole dimostrare di esistere davvero, per lo meno.

giovedì 1 marzo 2012

Lucio Dalla se n'è andato. Addio piccolo grande poeta

Lucio Dalla se n'è andato. Si fa quasi fatica a crederlo, anche se da questa mattina, quando la notizia si è diffusa, in tv, alla radio e sul web non si parla d'altro. Lucio Dalla, dicevo, se n'è andato. E l'ha fatto nell'unico modo che ci si sarebbe aspettati da un tipo come lui, che ha vissuto sempre all'insegna del gioco, dell'ironia, dello stupore: all'improvviso, come un illusionista che sventola un fazzoletto e puff, sparisce nel nulla. Solo che quello che se l'è portato via non è un trucco, ma un infarto che l'ha stroncato dopo colazione, mentre si trovava a Svizzera per una serie di concerti, a nemmeno due settimane dalla sua ultima apparizione all'Ariston, in coppia con Pierdavide Carone.
Un piccolo grande poeta non c'è più, è stato scritto, e sono d'accordo con questa definizione. Pur non conoscendo tutte le sue canzoni, ce ne sono alcune che continueranno ad accompagnarmi come hanno sempre fatto: L'anno che verrà, 4/4/1943, Piazza grande, L'ultima luna, Futura e soprattutto Caruso, ecco, questi brani non moriranno mai. E continueranno in qualche modo a far vivere anche lui, il piccolo grande poeta che nella sua lunga carriera ha saputo regalarci tante emozioni.