domenica 24 marzo 2013

Se la fiction perde ascolti...

Non esistono più le fiction di una volta. O forse è il pubblico ad essere cambiato? Fatto sta che, mentre fino a qualche tempo fa serie e miniserie tv facevano registrare ascolti crescenti via via che si susseguivano le puntate, ora si sta verificando un'inversione di tendenza: tra tutti i titoli andati in onda nell'ultimo periodo, l'unico ad aver visto aumentare la sua audience è stato Volare, la storia di Domenico Modugno, che all'esordio ha conquistato ben 10.099.000 spettatori, pari al 34,22% della platea televisiva, e il giorno seguente è arrivato a totalizzarne addirittura 11.386.000, con il 38,98% di share.
Se però escludiamo la miniserie con Beppe Fiorello, vediamo che tutti gli altri prodotti seriali stentano invece ad imporsi, o meglio a fidelizzare il pubblico. Sia chiaro: la fiction è ancora un genere di grande appeal, come dimostrano i dati Auditel relativi soprattutto alle produzioni targate Rai – eccezion fatta per K2 – La montagna degli italiani, che lunedì e martedì scorsi ha convinto appena il 16,6% degli individui davanti al teleschermo – ma è innegabile che si sta verificando un calo nella tenuta del pubblico. Prendiamo Un medico in famiglia 8: con una media di 6.318.000 spettatori e il 23,3% di share, la serie con Lino Banfi e Giulio Scarpati ha addirittura incrementato gli ascolti della passata stagione, seguita mediamente da 5.215.000 persone con il 20,18% di share, ma in appena 4 settimane ha già perso per strada quasi un milione di spettatori, visto che all'esordio ne aveva totalizzati 7.393.000 (24,9% di share). Stesso dicasi per Che Dio ci aiuti 2, altro prodotto che funziona e che ha visto crescere l'audience rispetto allo scorso anno, ma che comunque in questa stagione sta facendo registrare un calo progressivo ma inarrestabile: dai 7.681.000 spettatori e il 25% di share della prima puntata, è sceso fino ai 6.661.000 (23,8%) dell'ultima. Il discorso non cambia se si prendono in considerazione i titoli Mediaset, visto che Il clan dei camorristi era partito con quasi cinque milioni di spettatori e il 18,61% di share e si è concluso venerdì scorso arrivando a totalizzare una media di 4.448.000 spettatori e il 16,5% di share, né se si analizzano le miniserie, con Trilussa – Storia d'amore e di poesia che tra la prima e la seconda puntata ha perso quasi mezzo milione di individui (da 6.616.000 a 6.191.000) e oltre un punto e mezzo di share (dal 23,6% al 21,9%).
Se insomma fino all'anno scorso l'appuntamento con la fiction era qualcosa di assolutamente imperdibile, e gli ascolti crescevano costantemente fino a raggiungere il record di solito nel finale, sembra che ora le persone non si strappino più i capelli all'idea di perdere un episodio, o anche più d'uno, scegliendo più liberamente tra le varie offerte delle diverse reti tv. Colpa della maggiore controprogrammazione? Della possibilità di recuperare online le puntate perse? O forse sono appunto cambiate le abitudini del pubblico, che ora preferisce variare piuttosto di guardare sempre le stesse cose? Difficile dirlo, ma certo si tratta di un fenomeno che non passa inosservato. E che credo non sia da sottovalutare.