mercoledì 23 maggio 2012

Per non dimenticare

Venti anni. Tanto è passato da quando Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta hanno perso la vita sull'autostrada A29 che collega Palermo a Mazara del Vallo, dilaniati dal tritolo piazzato dalla mafia all'altezza dello svincolo per Capaci.
Qualche anno fa, mentre percorrevo quel tratto di strada per andare a visitare il capoluogo siciliano, alla vista dell'obelisco che ricorda la strage ho avuto i brividi. Erano brividi di orrore e li sento riaffiorare ogni volta che ripenso a Falcone, Borsellino, al generale Dalla Chiesa e a tutti gli altri, meno noti ma altrettanto coraggiosi, che hanno sfidato e combattuto Cosa Nostra fino al sacrificio estremo. Come ho scritto stamattina su Twitter, tutti loro loro continuano a vivere nella nostra memoria, ora più che mai. Una riprova la stiamo avendo in questi giorni, oggi soprattutto, con Twitter e Facebook sommersi di messaggi in ricordo dei due magistrati del pool antimafia uccisi nelle stragi del 1992, manifestazioni a loro dedicate (compresa la Partita del Cuore di stasera, in programma allo stadio di Palermo, che vedrà in campo la Nazionale Cantanti e la Nazionale Magistrati) e programmi tv a tema, come i documentari di La7 e Rai3 che hanno avuto per protagonista la vedova dell'agente Vito Schifani (morto anche lui quel maledetto 23 maggio 1992), il film Paolo Borsellino-I 57 giorni con Luca Zingaretti (che ieri, su Rai1, ha incollato al teleschermo oltre otto milioni di spettatori, pari al 30% di share) e il toccante cartone animato Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi, che Rai2 oggi ha inspiegabilmente trasmesso in orario scolastico, invece di cercare il maggior bacino d'utenza possibile.
Tutti loro continuano a vivere nella nostra memoria, dicevo. Ma noi non stanchiamoci mai di ricordarli - non solo negli anniversari - a chi c'era e specialmente a chi non c'era ancora, perché il loro sacrificio non sia stato inutile e non venga dimenticato. Mai.

martedì 22 maggio 2012

Quelle voci che non ci sono più

La musica ha perso altre due grandi voci. Il 17 maggio si è spenta infatti Donna Summer, mentre due giorni fa se n'è andato Robin Gibb, il filiforme crooner dei Bee Gees. Uccisi entrambi dal cancro, non da un mix letale di barbiturici o da alcool o droghe come molti loro illustri colleghi. Due icone della disco dance, due artisti entrati nella storia con brani indimenticabili, con i quali si sono aggiudicati un gran numero di Grammy Awards. D'altro canto, chi non ha ballato sulle note di I Feel Love o Hot Stuff, tra le hit di maggior successo della "Queen of Dance"? E chi, almeno una volta nella vita, non ha cercato di imitare le mosse di John Travolta-Tony Manero mentre in sala risuonavano Stayn' Alive o Night Fever? Sarà retorica, ma Donna Summer e i Bee Gees vivranno per sempre: saranno le loro canzoni a vivere per loro, esattamente come immortali sono Michael Jackson, Whitney Houston, Amy Winehouse e Lucio Dalla, per ricordare soltanto gli ultimi grandi cantanti scomparsi.
E mi piace immaginarli tutti insieme lassù, tra le nuvole (come sulla copertina dell'album A Love Trilogy della Summer), a mescolare le loro inconfondibili voci con quelle degli angeli.