sabato 19 luglio 2014

Gomorra conquista il Giffoni Film Festival

«Gomorra non è un luogo geografico, ma un luogo della coscienza con cui tutti devono fare i conti, è anche in Sudamerica, Sudafrica, Nordeuropa... non a caso è stata venduta in tutto il mondo». A parlare della serie di successo targata Sky, in questi giorni al centro di polemiche per le intercettazioni che avrebbero messo in luce il pagamento del pizzo ai boss di Torre Annunziata, per girare nella loro villa, da parte della casa di produzione Cattleya (accusata per questo di favoreggiamento, mentre tre esponenti del clan Gallo-Pisielli sono stati arrestati per estorsione), è il protagonista Marco D'Amore, alias il perfido Ciro Di Marzio “l'immortale”. Intervenuto ieri al Giffoni Film Festival, dove ha ricevuto il Giffoni Award, insieme al collega Salvatore Esposito, il boss Genny Savastano nella fiction, l'attore ha preso le distanze dalle accuse. «Per formazione culturale tendo ad attenermi solo ai fatti dopo averli accertati», ha commentato, «Riccardo Tozzi ha parlato come produttore, io aspetto di sapere come stanno le cose prima di trarre le mie conclusioni, le frasi lette sui giornali sono state estrapolate da un discorso più ampio». «Il problema è che le cose buone non fanno notizia», ha aggiunto Esposito, premiato con l’Explosive Talent Award per la già promettente carriera, «nessuno dice che quando abbiamo girato nei luoghi più bui della Campania, la gente del posto ci ha accolto con applausi, tutti ci hanno aperto la porta, ci offrivano il caffè. Non è tutto marcio. Abbiamo partecipato ad una delle più belle serie che siano state fatte, nel mondo ce la stanno invidiando, non parliamo di queste cose inutili». «Ci hanno accostato a La piovra, ma questo vuol dire cancellare oltre 20 anni di televisione italiana», ha proseguito l'attore, «la Rai ha detto che non farà mai serie con eroi negativi come il Libanese di Romanzo criminale e noi, ma chi ha visto Gomorra sa che Ciro e Genny sono negativi ma non sono assolutamente degli eroi». «Non mi compete né l’apologia di Sky né le critiche alla Rai», ha commentato da parte sua D'Amore, «ci sono modalità di vivere i progetti, persone che vogliono correre rischi. Sky ha corso dei rischi producendo Gomorra - La Serie, per l'opinione pubblica, per la critica, per le problematiche ambientali legate ai luoghi dove abbiamo girato, ma la produzione e tutto il cast si sono stretti attorno al progetto, perché sentivano il bisogno di raccontare questo tipo di storia. Trovo però svilente continuare a dividere il mondo in buoni e cattivi: ragazzi, siamo nel 2014, ci sono opere d’arte del ’600, come quelle di Shakespeare, piene di personaggi negativi. Svegliamoci in questo paese, il mondo là fuori va a 3000 e noi camminiamo all’indietro». Diventati popolari proprio grazie alla fiction ispirata al libro di Saviano, D'Amore ed Esposito guardano ora al futuro. Il primo, che sarà protagonista con Luca Zingaretti di Perez, il nuovo film di Edoardo De Angelis, e affiancherà Elio Germano in Alaska di Claudio Cupellini, produrrà e interpreterà un lungometraggio sul disastro ambientale causato dalla fabbrica dell’Eternit a Casale Monferrato, per la regia di Francesco Ghiaccio, dal titolo Un posto sicuro. Tante proposte anche per Esposito, sebbene «a parte piccole perle» siano «tutte per personaggi legati al territorio, anche se in realtà in Gomorra c'è stata un'importante evoluzione per Genny, perché il limite del cinema italiano è andare spesso a ritroso», spiega, concludendo, anche a nome del collega, che «la carriera di un attore la fanno le scelte: noi cercheremo di allontanarci dallo stereotipo dei camorristi perché siamo attori nazionali, non solo napoletani».