Un duetto sulle note di Vattene
amore, occhi negli occhi, e un bacio di baudiana memoria. Così
Fabio Fazio e Luciana Littizzetto hanno aperto il terzo appuntamento
con il festival di Sanremo, nel giorno di San Valentino.
Ringalluzziti dagli ottimi ascolti ottenuti anche nella seconda
serata – la migliore degli ultimi 13 anni, con una media, tra prima e seconda parte, di
11.330.000 spettatori e
il 42,2% di share – i due conduttori si sono dimostrati fin dal
primo momento più spigliati, in grado di reggere il palco senza
bisogno di ricorrere a frecciatine a sfondo politico, freddure e
parolacce gratuite. Anzi. La Littizzetto ha stupito perfino me, che non sono propriamente una sua estimatrice, con un
bellissimo monologo iniziato con toni leggeri, ironizzando sui difetti comuni a
tutti gli uomini, e trasformatosi poi in un monito alle donne, perché non accettino passivamente la violenze da parte di chi dichiara di amarle, riallacciandosi al flash mob One
Billion Rising contro
gli stupri e il femminicidio svoltosi proprio ieri in
tutto il mondo:
«Non
vogliamo essere donne con le palle, pretendiamo solo rispetto»,
ha esordito, improvvisamente serissima, «Un uomo che ci picchia non
ci ama. Oppure ama male. Un uomo violento è uno stronzo. Questo
ficchiamocelo in testa. Ficchiamocelo nell'hard disk. L’amore
riempie il cuore, non rompe le costole e non lascia lividi in faccia:
cosa credete, che abbiamo sette vite come i gatti? Ne abbiamo una
sola: non buttiamola via». Un intervento toccante, che Lucianina ha voluto concludere unendosi al corpo di ballo del festival, per danzare a favore delle donne.
«Non
vogliamo essere donne con le palle, pretendiamo solo rispetto»,
ha esordito, improvvisamente serissima, «Un uomo che ci picchia non
ci ama. Oppure ama male. Un uomo violento è uno stronzo. Questo
ficchiamocelo in testa. Ficchiamocelo nell'hard disk. L’amore
riempie il cuore, non rompe le costole e non lascia lividi in faccia:
cosa credete, che abbiamo sette vite come i gatti? Ne abbiamo una
sola: non buttiamola via». Un intervento toccante, che Lucianina ha voluto concludere unendosi al corpo di ballo del festival, per danzare a favore delle donne.
Toccante
anche Roberto Baggio, invitato all’Ariston non per parlare di
calcio ma del suo impegno umanitario e delle emozioni vissute come
ambasciatore della Fao, che ha voluto leggere una lettera indirizzata
ai giovani, per incoraggiarli «a riflettere su alcune parole» –
“passione”, “gioia”,
“successo” e “sacrificio” – e
a non rinunciare ai propri obiettivi: «abbracciate i vostri sogni e
seguiteli: è quello che auguro a tutti voi ed ai miei figli».
Musicali, invece, gli altri ospiti della serata: la band newyorkese
Antony and the Johnsons, che ha cantato il brano "You are my sister", la pianista ventenne Leonora Armellini, splendida in un un pezzo di Chopin, e Al
Bano, che ha duettato con Laura Chiatti nell'evergreen "Felicità".
E la gara? Quella è scorsa via fluida e senza scossoni:
si sono esibiti di nuovo tutti e 14 i Big, dei quali è stata stilata
la classifica provvisoria in base ai risultati del televoto, con Marco Mengoni, i Modà e Annalisa Scarrone per il momento sul podio, e i
restanti quattro Giovani, con i due concorrenti con l'X Factor - Antonio Maggio e Ilaria Porceddu, entrambi nella prima edizione del reality all'epoca in onda su Raidue - che hanno conquistato la finale di stasera.

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