mercoledì 13 febbraio 2013

Festival di Sanremo o Tribuna politica?

L'aveva dichiarato apertamente, Fabio Fazio: «tv pubblica vuol dire che è di tutti, quindi si può dire tutto». E così è stato. La prima serata del Festival di Sanremo 2013 verrà infatti ricordata soprattutto per l'ampio spazio dato alla politica, peraltro monocolore, in forma di battutine per bocca della Littizzetto («Posso dire due Maroni? E due Meloni? E che Casini?»), di satira spinta ai limiti della decenza, con Maurizio Crozza che ha vestito i panni di esponenti dei diversi schieramenti, e di accenni sinistroidi sparsi qua e là (uno per tutti: Toto Cotugno che, accompagnato dai coristi russi dell'Armata Rossa, confessa di avere «nostalgia dell'Unione Sovietica del passato»).
Ma il pubblico ha gradito? Se si prendessero in esame soltanto gli ascolti, la risposta sarebbe sì, visto che nella prima parte sono stati incollati al video oltre 14 milioni di telespattatori e nella seconda più di 8 milioni, ma sappiamo bene che l'Auditel è condizionato da tanti fattori: sicuramente la curiosità di vedere cosa avrebbe combinato sul palco dell'Ariston la coppia di Che tempo che fa, l'abitudine di seguire ogni anno la kermesse a prescindere dai contenuti e, forse, anche la mancanza di alternative valide sulle altre reti. Più indicative le reazioni per così dire "tangibili". A cominciare dalle contestazioni che hanno interrotto l'esibizione di Crozza, dopo che il comico genovese aveva rappresentato Berlusconi in veste di chansonnier, intento a cantare un brano, dal titolo “Formidable”, dal testo obiettivamente offensivo (non tanto per il verso «sono l’eterno imputable, in primo grado già condannable», quanto piuttosto per quello nel quale il "suo" ex premier si autodefiniva «delle canaglie il re»): dalla platea si è alzato un coro di proteste, con la parola «Fuori!» ripetuta ad oltranza, fischi e inviti ad andarsene al grido «no politica stasera, vai via!». Una vera e propria rivolta, simile a quella che lo scorso anno ha accompagnato l'intervento di Adriano Celentano, placatasi solo quando Fabio Fazio ha preso le redini della situazione, chiedendo ai presenti di lasciare che l'ospite proseguisse la sua parodia - che prevedeva anche blande prese in giro di altri candidati - e la sicurezza ha allontanato i contestatori (che però erano ben più dei due indicati dal conduttore, a giudicare dalla quantità di voci che risuonavano nel teatro). Okay, molti sono convinti che fosse tutto preparato e che Berlusconi avesse assoldato per l'occasione una "claque", come è stato detto da qualcuno. Può anche essere. Ma su Twitter e Facebook sono fioccate critiche a non finire, anche da parte di gente non schierata a favore dell'ex premier e che malgrado ciò non ha gradito l'eccesso di politica in una manifestazione che avrebbe dovuto mettere al centro la musica, come era stato peraltro promesso alla vigilia. Non solo: la serata è stata giudicata da molti piatta e noiosa, con una conduzione insicura, confusionaria e, da parte di Luciana Littizzetto, infarcita come di consueto di parolacce gratuite e volgarità («lei parla prima di pensare, contrariamente alle altre persone», ha commentato infatti Fazio in diretta).
Nonostante tutto, però, la serata è stata un successo in termini di ascolti. E allora vedremo cosa si inventeranno gli autori stasera, per mantenere alta l'attenzione dei telespettatori. Sperando che si ricordino che sono stati chiamati per scrivere i testi del Festival di Sanremo, non di Tribuna politica.
 

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