mercoledì 15 febbraio 2012

E questo sarebbe il Festival della canzone italiana?!?

Non so voi, ma io ieri sera, guardando Sanremo, ho avuto l'impressione di vedere Tribuna politica. Al posto della musica, che dovrebbe essere la protagonista indiscussa di una manifestazione che si chiama Festival della canzone italiana, si è parlato di Monti e di Berlusconi (ancora?!?), della Consulta e del Referendum, di Sarkozy e della Merkel. Ma andiamo con ordine. Il primo artista in gara, Dolcenera, ha cantato dopo quasi quaranta minuti dall'inizio della kermesse e appena un'ora più tardi di nuovo stop alla musica per dare la parola ai deliri di Adriano Celentano, il "Noleggiato" (azzeccatissima la battuta di Luca & Paolo), che è salito sul suo consueto piedistallo per attaccare la politica e il clero, per dare del «deficiente» ad Aldo Grasso (ma come si permette?!), per sentenziare che Avvenire e Famiglia Cristiana devono essere chiusi immediatamente... Cinquanta interminabili minuti di sermone, per giunta senza pubblicità, che mi hanno fatto immediatamente pensare - e non sono stata l'unica - di smettere di pagare il canone Rai. Perché, scusate, sapere che i miei soldi contribuiscono al cachet stellare di sua Adrianità (come è stato efficacemente definito da un collega), costato la bellezza di 700.000 euro - e poco importa che quella cifra sarà devoluta in beneficenza: sempre esagerata è - per mettersi a predicare alla maniera sua, con la complicità di un Pupo pessimo attore e di un Morandi fuori luogo, ebbene, non mi va proprio giù. E non ci vengano a raccontare che Celentano è un grande artista capace di richiamare milioni di spettatori con la sua sola presenza, perché la curva Auditel ha segnato il picco di ascolti proprio durante il suo intervento: a parte che gli ascolti alti non servono a niente, se non ci sono interruzioni pubblicitarie a portare soldi alle casse della Rai, ma a nessuno viene in mente che la gente è rimasta incollata al teleschermo solo per vedere dove sarebbe andato a parare e fino a che punto si sarebbe spinto? Con questo ragionamento, la prossima volta portiamo sul palco dell'Ariston un'esecuzione capitale: certo il pubblico resterà a guardare se veramente si oserà uccidere un condannato a morte in diretta tv...
Okay, ora basta parlare di Celentano e del suo teatrino, altrimenti rischio di essere accusata anche io di fare sermoni interminabili (beh, ma almeno io non vengo pagata con 700.000 euro di soldi pubblici...). Meglio parlare delle canzoni, allora. Da domani, però, perché ieri, schiacciata da tutto il resto, la musica non è proprio riuscita a prendersi l'attenzione che meriterebbe.

1 commento:

  1. www.fanpage.it/festivaldisanremo2012commentandolaprimaserata/

    Ecco il mio commento

    Lorenzo Cappiello

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