lunedì 13 agosto 2012

Emozioni olimpiche

Con la cerimonia di chiusura di ieri sera, una festa in musica con spettacolari scenografie e grandi star, è calato definitivamente il sipario sui Giochi olimpici di Londra. Questo vuol dire che per altri quattro anni quasi tutti gli sport che in queste ultime due settimane ci hanno fatto appassionare piomberanno di nuovo nel dimenticatoio, per essere rispolverati solo in occasione di Rio 2016 - o, al massimo, in qualche tg se i nostri atleti riusciranno ad aggiudicarsi qualche medaglia nei campionati delle diverse discipline - e la televisione, almeno quella generalista, tornerà a propinarci solo calcio, calcio, calcio. Per questo le Olimpiadi a me piacciono tanto: perché ci fanno vedere le gesta sportive, di solito ignorate, di uomini e donne che non sanno nemmeno cosa siano gli ingaggi da milioni di euro, lo star system, il gossip pecoreccio, le combine e le scommesse, ma conoscono solo ore e ore di allenamento, fatica, sudore, sacrificio e dedizione assoluta.
Ogni quattro anni, dunque, mi faccio una vera e propria abbuffata di sport, seguendo quasi tutte le gare che vengono trasmesse in tv. Anche quest'anno è stato così e oggi, a Giochi finiti, si può finalmente fare un bilancio di questa edizione che ha visto l'Italia chiudere all'ottavo posto nel medagliere, con 8 splendidi ori, 9 argenti e 11 bronzi.
Di queste Olimpiadi resteranno sicuramente tante emozioni: quelle che ci ha regalato la scherma, a cominciare dal meraviglioso podio tutto tricolore delle strepitose ragazze del fioretto, ma anche l'incredibile record di Jessica Rossi nel tiro a volo, con dedica ai terremotati dell'Emilia, l'impresa di Josefa Idem, che ha chiuso la sua carriera agonistica - a quasi 48 anni d'età - a soli 3 decimi dal podio nella finale del K1, e ancora il bronzo di Martina Grimaldi, prima medaglia italiana nel nuoto di fondo, il terzo e quarto posto nel salto triplo ottenuti a sorpresa da Fabrizio Donato e Daniele Greco, le lacrime di Daniele Molmenti dopo il trionfo nel K1 slalom, proprio nel giorno del suo compleanno, lo storico bronzo nella mountain bike vinto da Marco Aurelio Fontana e tutte le altre medaglie, non importa di quale colore, conquistate dagli Azzurri nel tiro con l'arco, nel tiro a segno e nel tiro a volo, nella pallanuoto, nella pallavolo, nel judo, nel taekwondo, nel canottaggio, nella boxe, nella ginnastica artistica, nella ritmica.
Ci rimarranno anche, purtroppo, la squalifica per doping e la disperazione di Alex Schwazer, l'amarezza per il bronzo mancato per un soffio da Tania Cagnotto nei tuffi, le delusioni del nuoto, con una inesistente Federica Pellegrini e i veleni senza umiltà di Filippo Magnini, e lo scandalo delle medaglie scippate a Roberto Cammarelle, che nella boxe si è visto negare l'oro dai giudici dopo aver dominato il match contro l'inglese Joshua, e a Vanessa Ferrari, che nel corpo libero è finita quarta perché la giuria le ha inspiegabilmente preferito la russa Mustafina, che pure aveva fatto un esercizio più sporco del suo.
Ma le Olimpiadi sono così, lo sappiamo: entusiamo, momenti di gioia e lacrime di commozione, ma anche la delusione quando un risultato tanto atteso non arriva. Quest'anno, tutto sommato, ci è andata bene: la piccola, disastrata Italia, è arrivata ottava su 79 delegazioni, ha fatto meglio di Australia, Canada, Spagna, Brasile e di tanti altri Paesi ben più grandi e quotati. Peccato solo che ora dovremo aspettare altri quattro anni, per rivivere queste emozioni e rivedere anche gli altri sport, quelli che ingiustamente vengono definiti minori.

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