Premessa: in tre anni ho visto il film Mamma mia! almeno sei volte e mi fanno impazzire tutte le canzoni degli Abba che compongono la colonna sonora. La cosa che più mi lasciava perplessa, prima di assistere all'adattamento italiano del musical, erano proprio le canzoni: essendo state tradotte, ci saremmo dovuti sorbire dei testi banali, didascalici ed elementari, come spesso accade in questi casi? E gli attori sarebbero riusciti a non farmi rimpiangere Meryl Streep e tutti gli altri straordinari interpreti della versione cinematografica? Lo confesso, quando sono entrata al Brancaccio per vedere lo spettacolo ero un po' scettica. Anzi, parecchio scettica. Poi si sono spente le luci e nella sala ha cominciato a risuonare la melodia inconfondibile di "I have a dream", cantata da Sophie (Lisa Lombardi). Okay, fin qui niente da dire. La prima nota stonata all'arrivo delle due amiche, Ali e Lisa: troppo sopra le righe, troppo artificiose e poco spontanee. Poi sono apparsi i tre possihbili padri e qui ho avuto la tentazione di alzarmi ed andare via. Perché, non si sa per quale motivo, Sam, Bill e Harry sono diventati Samuele detto Sam (vabbè, ci può stare), Giovanni detto Giò (perché mai?!) e... Marco! Visto che la storia è ambientata in Grecia, che necessità c'era di italianizzare i nomi e trasformare due americani e un australiano in tre romani? Siamo forse tornati all'epoca fascista, quando tutti i nomi stranieri venivano tradotti nella nostra lingua? A quel punto, lo ammetto, non mi aspettavo niente di buono. Poi però sono entrate in scena Chiara Noschese nei panni di Donna (bravissima, anche se si rifaceva un po' troppo all'interpretazione della Streep) e Giada Lo Russo e Lisa Angelillo in quelli, rispettivamente, di Rosie e Tanya... e la magia ha avuto inizio. Con mia grande sorpresa, le canzoni sono state rese molto bene in italiano, rispettando la metrica ed evitando strofe banali, essenziale ma efficace la scenografia, azzeccati i costumi, molto belle le coreografie e tutti molto talentuosi i ballerini. La travolgente musica degli Abba ha fatto il resto. E quando Donna e le Dynamos hanno cominciato a cantare "Dancing queen", la voglia di ballare era ormai irrefrenabile. E pazienza se Michele Canfora non è Pierce Brosnan, pazienza se Harry "Heavy" è diventato Marco "Metallo" (orrore!!!) e pazienza se qualcuno non era all'altezza: lo spettacolo merita. E poi, con quella musica irresistibile... you can dance!
Bello lo stiamo facendo anche noi a scuola De Curtis e lo hanno attaccato anche per strada non so chi e anche al bar romano a a caravita.
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