Niente da fare: Fiorello non si è convinto a fare una o due puntate in più, come aveva ipotizzato in conferenza stampa se gli ascolti fossero stati buoni, e ieri sera si è concluso #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend.
È calato così il sipario sull'unico grande varietà che si sia visto negli ultimi tempi, capace di intrattenere e divertire fino a tredici milioni di spettatori (ieri 13.401.000, pari al 50,2% di share).
La serata finale è stata insuperabile, piena di ospiti - Jovanotti, Roberto Bolle, Benigni, Malika Ayane, Pippo Baudo, Gegè Telesforo - e di spunti fantastici. Primo fra tutti il capitolo preservativo. «Hanno detto che in Rai non si poteva dire la parola "profilattico"», ha esordito spiattellando in faccia al direttore di Raiuno, Mauro Mazza, quel vocabolo che una circolare interna Rai avrebbero proibito di usare perfino in occasione della giornata mondiale della lotta all'Aids. E giù un monologo straordinario sul preservativo, ribattezzato "salva la vita Pischelli", invitando appunto i "pischelli" - gli adolescenti che prende in giro nelle sue gag - a usarlo per evitare qualsiasi contagio. «Dicono che con questa cosa qua di lattice, facile facile, non si prendono le malattie, addirittura non si prende l'Aids: ma allora altro che non si può dire in Rai, secondo me al posto del cavallo di viale Mazzini ci vorrebbe una scatola enorme, un profilatticone!», ha esordito, «ora 'sto coso qua che colpa ne ha se si chiama profilattico, è brutto come nome - profilattico, preservativo, condom, impermeabile, copricarota, insomma ne ha di tutti i tipi - ma allora io che dovrei dire, io mi chiamo Tindaro di secondo nome, lui si chiama profilattico. Lo volete chiamare Tindaro? Chiamatelo come vi pare, l'importante è che lo usiate, eh?!?». E così, con una leggerezza straordinaria, Fiorello ha fatto molto più per la prevenzione di quanto può aver fatto l'intera tv pubblica. Come sempre è stato esilarante il monologo sui pischelli, stavolta incentrato sulle feste in casa dei tredicenni, quello sulle canzoni napoletane e le gag con Jovanotti, in una delle quali, simulando un colpo di arma da fuoco, ha rispolverato il tormentone "Beppe Beppe Beppe" della scorsa puntata (a proposito, il fratello era presente anche stavolta ma dietro le quinte: davvero un gran bell'esempio di amore fraterno, quello che lega i due campioni d'ascolti di casa Fiorello).
Ora mi attirerò sicuramente una valanga di critiche, ma secondo me il momento peggiore di tutto lo show è stato l'intervento di Benigni. Per la precisione, la parte finale di quella mezz'ora in cui è stato sul palco. Ero sicura che nel suo monologo avrebbe pronunciato un migliaio di volte la parola Berlusconi e così è stato, con una satira politica rivolta quasi tutta al passato piuttosto che al presente (mentre Fiorello era stato sulla notizia, ironizzando sul governo Monti e sulle lacrime della Fornero), ma su questo niente da dire, è stato anche divertente. "L'inno del corpo sciolto", invece, poteva anche risparmiarsela. Non entro nel merito della canzone, ci sarà anche chi gradisce un brano che recita "evviva i cessi, sian benedetti", "ci si pulisce il culo dopo aver cacato" e "viva la merda e la voglia di cacare", ma non credo che #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend fosse la sede più adatta per quell'esibizione, perché Fiorello per quattro puntate ha fatto ridere e sorridere senza mai essere volgare, mentre quel pezzo era volgare dall'inizio alla fine. Non prendetemi per puritana: in un programma come il Resto umile world show di Checco Zalone, che ha fatto del linguaggio sboccato uno dei suoi punti di forza, un testo del genere non avrebbe stonato, lì invece strideva in maniera impressionante con tutto il resto. E se la curva dell'Auditel in quel momento è salita, arrivando a toccare il 60% di share, quella del Qualitel è sicuramente precipitata. Per come la vedo io - ma è un parere assolutamente personale - Benigni non ha aggiunto niente allo spettacolo e Fiorello ha dimostrato di non avere davvero nulla da invidiargli. Anzi, casomai è il contrario. Perché, come dice Beppe Fiorello, "è facile far ridere con le parolacce, mentre Rosario ci riesce senza essere volgare". Peccato soltanto che ora passera chissà quanto tempo, prima che si faccia rivedere in tv.
Bella serata anche se, a mio personale giudizio, l'ho trovata più fiacca delle altre. Forse non ero dell'umore migliore, ma ci sono stati momenti in cui mi sono annoiato.
RispondiEliminaBella la gag sul profilattico. Meno brillante il duetto con Jovanotti (non c'è niente da fare, dal vivo è stonato come una campana).
Lo schetch sui pischelli carino, ma ormai già sentito.
Molto triste l'ospitata di Pippo Baudo, davvero sul viale del tramonto (onore al vecchio conduttore ma imbolsito e piuttosto vacuo di testa).
Su Benigni che dire: prevedibili i siparietti su Berlusconi (non che lo rimpianga eh), l'Inno del corpo sciolto non mi ha scandalizzato, anzi, in fondo era una goliardata e anche le parole usate sono di questi tempi roba da oratorio (in effetti lo cantavamo pure noi nei campi scuola!). Più che altro ho trovato Benigni fiacco, stanco, probabilmente gli anni iniziano a pesare, quei suoi complimenti iperbolici ("uno spettacolo eccezionale", "tu sei il miglior showman del mondo"), l'ho trovato confuso, come se stesse improvvisando ma senza idee chiare. E' mancata la sua vena poetica, quella che, quando recitò a Sanremo l'Inno di Mameli mi fece venire la pelle d'oca.
Sarò contro corrente ma condivido la scelta di Fiorello: quattro puntate sono più che sufficienti. Alla fine sennò si diventa ripetitivi, si perde di smalto e di fantasia. I grandi capiscono sempre quando è il momento di smettere (vedi Arbore).
Grazie Fiore, sono stati dei bei lunedì.
Ed ora possiamo ripiombare nella melma dei Ballando con le stelle, dei Ti lascio una canzone e delle Isole dei famosi...
Che a me Benigni non faccia impazzire credo si sia capito, ma tra i monologhi poetici e quelli da menestrello preferisco di gran lunga i secondi, sono più in linea con il personaggio. La canzone invece non mi ha scandalizzato, semplicemente non l'ho trovata adatta perché Fiorello ha scelto di fare uno show elegante, raffinato, pulito. E di quel pezzo tutto si può dire, tranne che sia fine...
RispondiEliminaDire che Benigni ha qualcosa da invidiare a Fiorello credo sia come dire che i Pink FLoyd hanno qualcosa da invidiare a Vasco Rossi.
RispondiEliminaChe Fiorello sia un grande showman, niente da dire, ma lasciamo stare i paragoni.
A parte che si tratta di due tipi di personaggi diversi, ma Fiorello a Benigni non ha da insegnare niente.
Riguardo la serata di ieri sera, beh, mi è sembrato abbastanza chiaro che Roberto non fosse in piena forma.
E' bastata la sua entrata per capirlo (a chi un po' lo conosce, ovviamente). Credo che non ci fosse niente di scritto, ma un po' come nella commedia dell'arte, penso abbiano buttato giù una linea e poi si sia lasciato che andasse a braccio, e non so quanti riescano a tenere la scena in quel modo senza che i signori autori scrivano testi su testi. Ma del resto (sempre per chi lo conosce un po') l'improvvisazione è sempre stata un suo punto forte, una cosa che ha imparato in quel di Vergaio, con le care gare in rima che fin da ragazzo faceva.
Non è stata una delle sue migliori performance, ma via... metterlo addirittura sullo stesso piano di Checco, mi pare una "bestemmia" bella e buona.
Poi, giustamente, se non piace per questioni di gusti, tutto ok, ci mancherebbe.
Ma lasciamo stare i paragoni di un artista che insieme a pochi altri ha fatto scuola.
Forse non mi sono spiegata bene: non l'ho messo sullo stesso piano di Checco, ho solo detto che il suo linguaggio è più adatto ad uno spettacolo tipo quello di Checco che allo show di Fiorello. Quanto alla capacità di far ridere senza volgarità, resto del parere - personale, ribadisco, e quindi capisco che si possa non essere d'accordo con me - che Benigni abbia molto da imparare da chi riesce a strappare un sorriso senza parolacce, senza allungare le mani sui genitali dei conduttori o buttarsi addosso alle conduttrici... Poi è ovvio che Benigni è un'altra cosa rispetto a Fiorello: è anche e soprattutto un attore e un regista e, che piacciano o meno i suoi film (e dubito che a qualcuno possa non piacere quel capolavoro che è "La vita è bella"), è innegabile che sia su un altro livello.
RispondiEliminaPartendo dal presupposto che "De gustibus non disputandum est" non direi che la comicità di Benigni si basa sulla volgarità.
RispondiEliminaCerto se sintetiziamo il suo essere con le scene con Pippo Baudo e la Carrà, allora non importa proseguire oltre, ma in realtà è molto di più.
E' anche abbastanza ovvio quanto la sua comicità attinga in maniera molto naturale alla sua fiorentinità, che ha nella sua ironia diretta e a volte un po' boccaccesca una certa peculiarità.
Riguardo "l'inno del corpo sciolto", che dire... è un po' una sua creazione storica che con il tempo è diventata non un brano volgare, ma un momento di spassosa ironia e allegria. Non immagini quante volte mi viene
richiesta questa canzone durante i matrimoni, i pranzi, (ovviamente sono fiorentino) e ti posso assicurare che quando accade non c'è nessuno che urla allo "scandalo volgarità".
E' un po' come se volessimo accusare di essere volgare Proietti nel suo skecth "Nun me rump er cazz", quando finge di essere un pianobarista francese.
Con questo, non deve piacere per forza ovviamente, però non catalogherei Benigni nel gruppo dei comici che sanno far ridere solo con la volgarità e che dovrebbero imparare da Fiorello come fare.
Benigni sa benissimo far ridere senza essere volgare e molti suoi film ne sono la prova, e non dimentichiamo nemmeno che è un artista da un'immensa cultura, che molti suoi colleghi si possono solo sognare.
Sì, ovvio che la fiorentinità lo porta ad essere "boccaccesco" e in effetti hai colto nel segno perché la canzone, come tema, ricorda proprio alcune novelle del Boccaccio :-)
RispondiEliminaComunque lo sketch di Proietti è "Nun me rompe er ca" ;-)
siii... hai ragione, ma io non sono romano.
RispondiEliminaPerò devo ancora riprendermi dalle risate che mi sono fatto la prima volta che l'ho visto al Brancaccio :-)
Io lui l'ho visto parecchie volte, alcuni sketch sono divertentissimi. E poi mi piace molto quando canta: ha una voce strepitosa!
RispondiEliminaSi, come la favola. :-)
RispondiEliminaMa anche qui, parliamo di un maestro.
Personalmente credo che l'intervento di Benigni sia stato condizionato dalla tendenza di Fiorello a "monopolizzare" i suoi spettacoli: tutti sono portati a ripetere le sue battute (Beppe... Beppe.... Beppe... insieme a Jovanotti; "salvalavita pischelli" e "la piastra" con Benigni ...), a volte sembra quasi non del tutto spontaneamente. Fiorello è il re dell'improvvisazione, ma credo che stavolta si sia percepito un canovaccio troppo rigido, che ha imbavagliato forse l'ospite che più di tutti fa dell'improvvisazione il suo punto di forza (Benigni per l'appunto). Un Benigni alla massima potenza avrebbe offuscato sicuramente il Fiorello nazionale. Ma un pò per il suo dichiarato malanno fisico (al piede), un pò per il "ritorno al passato" che sembrava sicuramente inappropriato, tutto è finito con un Fiorello ancora una volta leader indiscusso della serata....ed in realtà, "digiamo" che se lo è meritato!
RispondiEliminaè vero che tutti hanno ripetuto le sue battute e che quello faceva parte del gioco (concordato), ma - a quanto ne so - Benigni ha comunque improvvisato quasi dall'inizio alla fine. Ad ogni modo, che è stato il leader... sì, sì, "digiamolo"! (come direbbe il La Russa di Fiorello, per chi non lo sapesse) :-)
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