L'aveva
dichiarato apertamente, Fabio Fazio: «tv pubblica vuol dire che è
di tutti, quindi si può dire tutto». E così è stato. La prima
serata del Festival di Sanremo 2013 verrà infatti ricordata
soprattutto per l'ampio spazio dato alla politica, peraltro
monocolore, in forma di battutine per bocca della Littizzetto («Posso
dire due Maroni? E due Meloni? E che Casini?»), di satira spinta ai
limiti della decenza, con Maurizio Crozza che ha vestito i panni di
esponenti dei diversi schieramenti, e di accenni sinistroidi sparsi
qua e là (uno per tutti: Toto Cotugno che, accompagnato dai coristi russi
dell'Armata Rossa, confessa di avere «nostalgia dell'Unione
Sovietica del passato»).
Ma il pubblico ha gradito? Se si
prendessero in esame soltanto gli ascolti, la risposta sarebbe sì, visto che
nella prima parte sono stati incollati al video oltre 14 milioni di
telespattatori e nella seconda più di 8 milioni, ma sappiamo bene
che l'Auditel è condizionato da tanti fattori: sicuramente la
curiosità di vedere cosa avrebbe combinato sul palco dell'Ariston la
coppia di Che tempo che fa, l'abitudine di seguire ogni anno la kermesse a prescindere dai contenuti e, forse, anche la mancanza di alternative valide sulle altre reti. Più indicative le reazioni per
così dire "tangibili". A cominciare dalle contestazioni
che hanno interrotto l'esibizione di Crozza, dopo che il comico
genovese aveva rappresentato Berlusconi in veste di chansonnier,
intento a cantare un brano, dal titolo “Formidable”, dal testo
obiettivamente offensivo (non tanto per il verso «sono l’eterno
imputable, in primo grado già condannable», quanto piuttosto per quello nel quale il "suo" ex premier si autodefiniva «delle canaglie il re»): dalla platea si è alzato un coro di
proteste, con la parola «Fuori!» ripetuta ad oltranza, fischi e
inviti ad andarsene al grido «no politica stasera, vai via!». Una
vera e propria rivolta, simile a quella che lo scorso anno ha
accompagnato l'intervento di Adriano Celentano, placatasi solo
quando Fabio Fazio ha preso le redini della situazione, chiedendo ai
presenti di lasciare che l'ospite proseguisse la sua parodia - che
prevedeva anche blande prese in giro di altri candidati - e la
sicurezza ha allontanato i contestatori (che però erano ben più dei
due indicati dal conduttore, a giudicare dalla quantità di voci che
risuonavano nel teatro). Okay, molti sono convinti che fosse tutto preparato e che Berlusconi avesse assoldato per l'occasione una "claque", come è stato detto da qualcuno. Può
anche essere. Ma su Twitter e Facebook sono fioccate critiche a non
finire, anche da parte di gente non schierata a favore dell'ex
premier e che malgrado ciò non ha gradito l'eccesso di politica in
una manifestazione che avrebbe dovuto mettere al centro la musica, come era
stato peraltro promesso alla vigilia. Non solo: la serata è stata giudicata
da molti piatta e noiosa, con una conduzione insicura, confusionaria
e, da parte di Luciana Littizzetto, infarcita come di consueto di
parolacce gratuite e volgarità («lei parla prima di pensare, contrariamente
alle altre persone», ha commentato infatti Fazio in diretta).
Nonostante tutto,
però, la serata è stata un successo in termini di ascolti. E allora vedremo cosa si
inventeranno gli autori stasera, per mantenere alta l'attenzione dei telespettatori. Sperando che si ricordino che sono stati chiamati per scrivere i testi del Festival di Sanremo, non di Tribuna politica.
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