martedì 11 settembre 2012

"Ho il tuo numero", Sophie Kinsella non tradisce

Chi mi conosce bene sa che leggo un po' di tutto, da Maupassant a Camilleri, da Verga a Tolkien. Quando parto, però, mi porto sempre dietro un libro di Sophie Kinsella. Per carità, sono la prima a sapere che non si tratta di capolavori della letteratura mondiale, di quelli che non si può fare a meno di conoscere, ma sono romanzi leggeri, scorrevoli, ironici e con quel pizzico di romanticismo che li rende ideali quando si ha voglia di una lettura d'evasione. Ogni mio viaggio è quindi collegato ad un titolo della scrittrice inglese. Ho il tuo numero, pubblicato da Mondadori lo scorso autunno, mi ha accompagnata nella mia vacanza-studio primaverile a Dublino: pensavo che ci sarebbe voluta l'intera settimana per finirlo, essendo lungo ben 344 pagine, invece in quattro giorni sono arrivata alla parola fine, tanto è stato piacevole leggerlo.
La protagonista, Poppy (a dirla tutta un po' troppo simile alla Becky della saga I love shopping), è un'insicura e ingenua fisioterapista in procinto di sposarsi con Magnus, un irresistibile docente universitario con l'unico apparente difetto di avere come genitori due professoroni capaci di farla sempre sentire inferiore. All'addio al nubilato, nella confusione generata da un allarme incendio, Poppy si rende conto di non avere più al dito l'inestimabile anello di fidanzamento appartenuto alla nonna di Magnus. E visto che le disgrazie non arrivano mai da sole, ecco che un ladro in bicicletta le ruba il telefonino proprio mentre cerca di convincere la polizia che la sua è una questione di vita o di morte. L'unica possibilità per restare in contatto con il mondo, e con tutti coloro che possono aiutarla a ritrovare il prezioso gioiello, sembra essere un cellulare nuovo di zecca trovato per caso in un cestino dei rifiuti. E poco importa se Sam Roxton, un uomo d'affari tanto scostante quanto affascinante, le fa notare che quel telefono apparteneva alla sua assistente e ne reclama la restituzione perché potrebbero arrivare messaggi indirizzati a lui: Poppy non ha intenzione di mollarlo, quindi gli propone – senza peraltro offrire alternative – di inoltrargli con cura tutte le email e le telefonate che arriveranno su quell'apparecchio, finché non avrà risolto i propri guai. Comincia così un'esilarante serie di equivoci e grane da risolvere, mentre verranno alla luce risvolti inattesi e, come sempre, si scoprirà che non è tutto come potrebbe sembrare. E pazienza se il finale è un tantino inverosimile: è una pecca che si perdona volentieri alla Kinsella, perché, in fondo in fondo, tutti averemmo voluto un happy end così. Leggetelo e mi saprete dire.

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