Lucio Dalla se n'è andato. Si fa quasi fatica a crederlo, anche se da questa mattina, quando la notizia si è diffusa, in tv, alla radio e sul web non si parla d'altro. Lucio Dalla, dicevo, se n'è andato. E l'ha fatto nell'unico modo che ci si sarebbe aspettati da un tipo come lui, che ha vissuto sempre all'insegna del gioco, dell'ironia, dello stupore: all'improvviso, come un illusionista che sventola un fazzoletto e puff, sparisce nel nulla. Solo che quello che se l'è portato via non è un trucco, ma un infarto che l'ha stroncato dopo colazione, mentre si trovava a Svizzera per una serie di concerti, a nemmeno due settimane dalla sua ultima apparizione all'Ariston, in coppia con Pierdavide Carone.
Un piccolo grande poeta non c'è più, è stato scritto, e sono d'accordo con questa definizione. Pur non conoscendo tutte le sue canzoni, ce ne sono alcune che continueranno ad accompagnarmi come hanno sempre fatto: L'anno che verrà, 4/4/1943, Piazza grande, L'ultima luna, Futura e soprattutto Caruso, ecco, questi brani non moriranno mai. E continueranno in qualche modo a far vivere anche lui, il piccolo grande poeta che nella sua lunga carriera ha saputo regalarci tante emozioni.
Un piccolo grande poeta non c'è più, è stato scritto, e sono d'accordo con questa definizione. Pur non conoscendo tutte le sue canzoni, ce ne sono alcune che continueranno ad accompagnarmi come hanno sempre fatto: L'anno che verrà, 4/4/1943, Piazza grande, L'ultima luna, Futura e soprattutto Caruso, ecco, questi brani non moriranno mai. E continueranno in qualche modo a far vivere anche lui, il piccolo grande poeta che nella sua lunga carriera ha saputo regalarci tante emozioni.
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