venerdì 16 novembre 2012

Cara, carissima La7

Si fa sempre un gran parlare dei costi delle trasmissioni e dei conduttori di Mamma Rai (giustamente, visto che si tratta di denaro dei contribuenti), ma spesso ci si dimentica di guardare i conti degli altri canali tv, che spendono altrettanto e a volte anche di più della tv di Stato, con risultati d'ascolto non sempre soddisfacenti. È il caso di La7, che a quanto pare sborsa per i suoi titoli di punta – è Dagospia a rivelare tutti gli importi – un'autentica valanga di soldi. L'avreste mai detto, ad esempio, che ogni puntata di Servizio pubblico costa la bellezza di 400.000 euro, nonostante i servizi esterni siano notevolmente diminuiti rispetto ai tempi in cui Santoro era al timone di Annozero? E che Crozza nel paese delle meraviglie richiede ogni settimana un esborso superiore a 340.000 euro, mentre Corrado Formigli, con il suo Piazza pulita, disponeva di un budget di 260.00 euro a puntata? E, soprattutto, credereste mai che lo chef Gianfranco Vissani e la signora Mentana, ovvero Michela Rocco di Torrepadula, ogni volta che vanno alla scoperta dei sapori tradizionali della penisola con il loro programma itinerante Ti ci porto io, fanno uscire dalle casse della rete ben 96.000 euro? Sono cifre decisamente più alte di quelle messe a disposizione di molte trasmissioni in onda sui canali Rai, però è giusto fare delle distinzioni, perché non tutto ciò che comporta un notevole impiego di denaro finisce per portare i conti in rosso, perché tutto, come sempre, dipende dall'Auditel. Nonostante il suo sia il programma in senso assoluto più costoso, Santoro ha infatti il merito di aver fatto toccare alla rete ascolti raggiunti solo con la coppia Fazio-Saviano – la sua media è di 2.711.000 spettatori con l'11,8% di share, ma giovedì scorso ha conquistato addirittura il 12,6% della platea televisiva – e, di conseguenza, cospicui introiti pubblicitari (tant'è che adesso il gran capo di La7, Giovanni Stella, sarà probabilmente costretto ad aumentargli il compenso, visto che il suo contratto è legato ai consensi ottenuti). Responso Auditel che giustifica ampiamente la spesa anche per Crozza, seguito in media dall'8,3% del pubblico tv, e per Formigli, che ha saputo fidelizzare il 5,8% dei telespettatori, anche se ci sono programmi che fanno altrettanto bene con un budget di gran lunga inferiore, come Otto e mezzo, che oscilla quotidianamente tra il 5 e il 6% di share costando appena 13.455 euro a puntata, e soprattutto il Tg La7, che ha a disposizione solo 21.250 euro al giorno malgrado possa vantare un ascolto medio, nell'edizione delle 20.00, che supera l'8% di share.
Il discorso cambia però completamente se si considerano alcuni programmi che costano tanto ma sono a tutti gli effetti dei flop. Quello di Vissani, ad esempio, non supera il 2% di share, risultato che davvero non giustifica l'esborso di quasi 100.000 euro a botta, così come sembra francamente spropositato il costo di programmi quotidiani come Cristina Parodi Live (58.408 euro a puntata, per ottenere appena il 2,1% di share), G' Day (39.636 euro e il 2,3% di share), I menù di Benedetta (28.159 euro e il 2,8% di share) e L'aria che tira (16.203 euro e il 2,6% di share). Perfino L'infedele, pur essendo al top dei flop con un comunque dignitoso 3,4% di share media, ha un costo eccessivo se paragonato alla risposta del pubblico: se pensiamo che la coppia Luca Telese-Nicola Porro con In onda fa registrare neanche mezzo punto percentuale in meno – ovvero il 3% di share – con un budget di 29.487 euro a puntata, non si spiega perché Gad Lerner non faccia fruttare di più, in termini di Auditel, i 114.634 euro che la rete gli concede.
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