venerdì 11 novembre 2011

Dedicata a Pietro

Pietro Taricone torna in tv. Già a dirlo, mi vengono i brividi. Figuratevi come può farmi effetto vedere il promo che annuncia la messa in onda - da martedì in prima serata su Canale 5 - di Baciati dall'amore, la sua ultima fiction, dedicata a lui (soprattutto il primo, sempre che non me lo sia sognato, che era un collage delle sue scene), e ancora di più vedere il video del backstage, dove "O' guerriero" racconta sorridendo il suo personaggio, che viene mostrato mentre canta un brano demenziale contenente la strofa - con il senno di poi agghiacciante - "finché morte non ci separi". Già so che martedì avrò un groppo in gola, quando vedrò la fiction. Mi torneranno alla mente quelle poche volte che mi è capitato di incontrarlo, avendo amici in comune, la festa di Daniela, quando con occhi che gli brillavano mi ha parlato della sua bimba nata da poco, oppure quella volta che è entrato in ufficio con scarpe e pantaloni infangati, raccontando di essere stato fino a poco prima in campagna, con i suoi amati cavalli. Mi tornerà in mente la sua semplicità, la sua umiltà, la sua gentilezza. E mi tornerà in mente che se n'è andato troppo presto. Anche se questo è impossibile scordarlo. Ciao Pietro.

2 commenti:

  1. Era il 2000 quando andò in onda il primo Grande Fratello. E' stata la prima edizione e l'unica che abbia seguito con attenzione, colpa anche di mia figlia nata qualche mese prima e che non voleva saperne di dormire la notte. Quindi per passare il tempo, tra una ninna nanna e l'altra, le avventure di Taricone e C. erano l'unica cosa che teneva svegli e faceva anche fare qualche risata.
    Ricordo anche che, al termine della prima edizione, Taricone fu l'unico che si ribello a una certa struttura contrattuale che prevedeva l'obbligo di partecipazione a Buona Domenica, allora condotta da Maurizio Costanzo.
    Unico nel suo genere, capì fin da subito cosa doveva fare per non rimanere una meteora. Non lo conoscevo personalmente, quindi ogni giudizio è senz'altro dettato da sensazioni, ma l'ho sempre ritenuto un grande; un personaggio che ha saputo non farsi travolgere dal miraggio del facile successo, ma che ha da subito fatto sua la regola dei piccoli passi.
    Da allora il Grande Fratello è diventato un programma che, come tanti del suo genere, ha un che di artefatto. Quella prima edizione invece sembrava così genuina, fatta da persone davvero normali e non costruite.
    Che dire, non so se avrò il tempo per guardare questa fiction, però il fatto che sia l'ultima di Taricone, la rende sicuramente un simbolo di un uomo, anzi un ragazzo, che ha fatto della semplicità e dell'umilità uno dei suoi gridi di battaglia. Un solo appunto, o più che appunto, un appello: non rendiamo Taricone, un mezzo, un orpello, per attrarre il pubblico e richiamerlo davanti alla tv. Mi piacerebbe immaginare una tv, che per una volta non usi commercialmente un personaggio che non è più tra noi, che troppo giovane ci ha lasciato, ma che lasci alla gente la possibilità di ricordarlo e viverlo in questa fiction, senza troppi clamori e vetrine. Lui del resto non avrebbe desiderato esserlo

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